SCUOLA MEDIA STATALE "G.VINCIGUERRA" ANAGNI

 

E

 

BIBLIOTECA COMUNALE - "PROGETTO LETTURA"

 

classi terze sezioni B ed E Anno scolastico 1997 - 98

 

Attività integrativa pluridisciplinare (Lettere, Scienze, Educazione tecnica), da svolgersi in orario curricolare e/o extracurricolare : L’evoluzione delle abitudini alimentari in Italia, e particolarmente nel nostro territorio, dall’800 a oggi : aspetti storici, igienico - sanitari e psico - sociali delle modificazioni della nutrizione, con particolare riguardo ai disordini alimentari nell’adolescenza.

 

L’iniziativa trae spunto da un bisogno realmente verificato nel territorio, sia nell’attività della biblioteca comunale, come richieste esplicite di materiali sull’argomento, da parte di ragazzi ed utenti adulti, sia nella pratica didattica, ove si evidenziano conoscenze parziali ed errate sulle corrette abitudini alimentari e sulle conseguenze psico - fisiche degli errori alimentari.

I risultati del lavoro saranno raccolti in fascicoli - dispensa, fruibili soprattutto da un’utenza giovanile, data la scarsità di materiale divulgativo sull’argomento, da una parte ed il crescente interesse verso di esso, dall’altra.

 

Contenuti da trattare nei diversi ambiti disciplinari :

STORICO GEOGRAFICO

Ins. Rita Fivoli

PSICO - SOCIALE

 

Ins. Rita Fivoli

IGIENICO SANITARIO

Ins. Carla Marotta

TECNOLOGICO

 

Ins. Carla Marotta

  • Cibo e tradizione
  • Il cibo nella civiltà contadina
  • Come mangiavano i nostri nonni (indagini con questionari e ricerche con documenti)
  • La rivoluzione industriale : passaggio dalla civiltà contadina alla civiltà dei consumi
  • Il cibo nella civiltà dei consumi
  • Sprechi e contraddizioni economiche nella nostra società
  • Disponibilità di cibo nel mondo : contrasti tra produzione e disponibilità
  • Cenni di storia dell’alimentazione
  • Le modificazioni psichiche nell’adolescenza
  • Come vedo il mio corpo e come lo vorrei
  • Il cibo non è solo nutrimento : mangiare è un atto complesso, profondamente influenzato dalla psiche
  • Attuali influenze dei modelli culturali, dei mass - media, delle mode
  • Cambiamento del ruolo della donna nella società
  • Mangio / non mangio : come mangiano gli adolescenti (indagine con questionari)
  • Obesità
  • Bulimia
  • Anoressia
  • La diffusione, la prevenzione, le terapie
  •  

     

    • Cenni di storia dell’alimentazione
    • Le modificazioni fisiche nell’adolescenza
    • La nutrizione umana è una collaborazione tra diversi apparati
    • Gli alimenti e le loro funzioni biologiche
    • Alimentazione e salute : i vantaggi di una dieta appropriata
    • Diete equilibrate e fabbisogni nutrizionali nelle diverse età della vita, in particolare nell’adolescenza
    • Comportamenti alimentari scorretti
    • Rischi per la salute generati da diete equilibrate
    • Rischio obesità
    • Rischio bulimia
    • Rischio anoressia
    • Cibo, ambiente e benessere
  • Analisi del bisogno di nutrirsi
  • Gli alimenti base della nutrizione umana
  • Vecchie e nuove tecniche di conservazione e di cottura
  • Additivi, conservanti, coloranti, pesticidi
  • Le sofisticazioni alimentari
  • La pubblicità : etichette, imballaggi
  • L’industria agro- alimentare
  •  

     

     

    PERCORSO DIDATTICO PER SCIENZE NATURALI E LETTERE

     

    Prerequisiti : anatomia e fisiologia dell’apparato digerente, classificazione degli alimenti e loro funzione biologica, concetto di caloria, calcolo di percentuali, interpretazione e costruzione di istogrammi ed areogrammi.

     

    Obiettivi disciplinari - Lettere :

     

    Obiettivi disciplinari - Scienze

     

    Temi delle attività didattiche

     

    1. Le modificazioni fisiche e psicologiche nell’adolescenza :

    (1 lezione preparatoria a classi separate + 1 lezione a classi unite con proiezione del film didattico "Riproduzione umana" )

    (4 lezioni a classi unite - proiezione dei films "Il grande cocomero" F. Archibugi, "Gente comune" R. Redford con discussione delle tematiche proposte)

     

    1. La percezione di sé nell’adolescenza : ( attività di discussione e scrittura a classi separate)

     

    1. Alimentazione e salute : siamo ciò che mangiamo, mangiare bene per vivere bene, malattie vecchie e nuove connesse con l’alimentazione ( lezioni a classi unite)
    2.  

    3. Fabbisogni alimentari nelle diverse età della vita : nell’infanzia, nell’adolescenza, nell’età adulta in relazione alle diverse attività, nella gravidanza e allattamento, nella vecchiaia.( lezioni a classi unite)
    4.  

    5. Abitudini ed errori alimentari nell’adolescenza : ( attività di raccolta dati, elaborazione , discussione e scrittura a classi separate)

     

    1. Storia dell’alimentazione umana (attività di ricerca bibliografica e scrittura in lavoro di gruppo)

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Scrivi sulla tua adolescenza

     

    E’ stato proposto agli alunni di scrivere sulla propria adolescenza riflettendo sui seguenti spunti :

     

    Dall’analisi delle risposte è emerso che :

     

    fig.1

    Da questo quadro riassuntivo emergono alcune considerazioni che rispondono ad un cliché tipico del comportamento adolescenziale e che perciò erano prevedibili : desiderio di stare con gli amici, nel gruppo, evitare la solitudine e la noia. In particolare l’alta incidenza del mangiare, soprattutto dolci, conferma l’utilità della ricerca che ha come scopo lo studio delle abitudini e dei disordini alimentari nell’adolescenza e delle loro motivazioni psicologiche. Un discorso a parte merita l’altissima incidenza del ricorso alla tv per compensare i bisogni affettivi, a fronte di una insignificante incidenza della ricerca del rapporto con i genitori o altre figure di riferimento. Quest’ultima osservazione evidenzia la condizione di solitudine affettiva che vivono i ragazzi in questa fascia d’età e la ricerca di surrogati che in definitiva rispondono in modo inadeguato ai loro bisogni.

    E’ questo essenzialmente un grave problema di comunicazione. Pur tenendo nella giusta considerazione il fatto che nell’adolescenza avviene il progressivo distacco dalle figure genitoriali, che i ragazzi, volutamente, potrebbero tenere al di fuori della loro considerazione, è comunque indicativo che solo 3 su 47 ricerchino una positiva comunicazione con essi o con altri adulti di riferimento. --------------

     

    Riportiamo alcuni dei testi più interessanti scritti dai ragazzi, in forma strettamente anonima.

     

    Come vedi il tuo corpo...

     

    "Io mi vedo come un qualsiasi ragazzo adolescente, non mi vedo né brutto né bello, mi piace il mio corpo e ne sono fiero..."

     

    "Io il mio corpo alcune volte lo vedo pulito ed alcune sporco. Quando faccio qualcosa di male, oppure offendo gli altri, mi sento il corpo sporco, però non me ne rendo conto subito, me ne accorgo troppo tardi. Invece quando il mio corpo lo vedo pulito mi rendo conto delle cose che faccio..."

     

    " Io vedo il mio corpo a volte in modo bello, altre volte non mi piace e mi faccio degli scrupoli somigliandomi ad altre persone che mi piacciono e cerco di somigliarci il più possibile ma spesso non riesco. Comunque vedo i cambiamenti del corpo quasi a vista d’occhio e per me più ci sono cambiamenti e più mi creo dei problemi..."

     

    "Il mio corpo, è il corpo di una donna matura, con tutte le forme di una donna. Io non lo disprezzo, mi piaccio così come sono e non m’importa assolutamente come lo giudicano le altre persone, bello o brutto, deve piacere a me..."

     

    "Il mio corpo di adolescente non mi piace molto. Le mie forme sono cambiate così velocemente che non ho avuto il tempo di abituarmi al fatto che ormai sto crescendo..."

     

    Io sto bene quando...

     

    "Io sto bene quando mi faccio la doccia ; di solito sono sporco e sudato ed appena fatta la doccia sto bene molto di più a confronto di quando ero sporco e sudato. Sto bene anche quando finisco di studiare, perché il mio cervello si riposa e sta veramente bene, perché se il mio cervello si sente bene anche il resto del corpo sta bene..."

     

    "Io sto bene quando ho vicino persone che mi vogliono bene e che gradiscono la mia presenza, quando non ho nessun problema personale e non nascondo nulla a nessuno. Sto bene quando mi alzo di buonumore la mattina, quando mangio qualcosa di buono, ma soprattutto quando sto con il mio ragazzo..."

     

    "Io sto bene quando nella mia famiglia va tutto bene...Un’altra cosa che mi fa stare bene è quando a scuola prendo bei voti e va bene con i miei professori. Poi quando sento dire a mia madre che è fiera di me, anche per mio padre che non vedo molto perché esce la mattina presto, prima che io vada a scuola, e la sera torna alle otto, quindi con lui posso stare solo quel poco tempo prima di andare a dormire..."

     

    "Io sto bene quando so che sto per affrontare una giornata tranquilla, non ho preoccupazioni che mi opprimono, so che debbo fare qualcosa che mi è gradevole, se ricevo una notizia che mi tranquillizza..."

     

    " Io mi sento bene quando sono in piena armonia con il mio corpo, quando vedo che il mio rapporto con i familiari è a posto e quando i miei amici mi vedono come sono veramente e non come moro vorrebbero che io sia, e quando riconoscono i miei meriti..."

     

    "Io sto bene quando sto insieme agli amici giusti, mi diverto, riesco quasi sempre ad essere me stessa, quando riesco ad esporre le mie idee..."

    "Sto bene quando mi trovo tra la gente, la confusione e stando sempre in movimento..."

     

    "Io sto bene quando mi trasmettono molto amore..."

     

    "Io sto bene quando esco, perché non sento nessuno e mi vado a divertire..."

     

    "Io sto bene quando sono in casa mia fra le cose che mi piacciono e quando la mia mamma mi fa le cose da mangiare che preferisco..."

     

    "Io sto bene quando faccio sport così abbandono tutti i miei pensieri..."

     

    "Io sto bene quando prendo un bel voto ai compiti in classe perché mi sento soddisfatto..."

     

    "Io sto bene quando mi fanno dei complimenti e quando mi fanno dei regali..."

     

    "Io sto bene quando bacio la persona che mi piace, quando prendo un bel voto, quando mangio la Nutella..."

     

    "Io sto bene quando non c ‘è mia sorella."

     

    Io sto male quando...

     

    "Io sto male quando ho il mio ciclo, non perché non mi piace averlo, ma perché per cinque giorni devo piangere per il mal di pancia, di stomaco e il vomito. Sto male quando qualcosa del mio corpo mi fa male, ma sto male veramente quando alcuni giorni sta male la mia anima, quando litigo con qualcuno di importante, come i miei familiari o il mio ragazzo, oppure quando offendono me o le persone che mi stanno a cuore. Alcuni giorni non mi sento male , ma ho un umore proprio giù senza nessun motivo..."

     

    "Io sto male quando sono stanco, perché a me la stanchezza dà fastidio.... poi quando mi viene il raffreddore non lo sopporto perché mi dà fastidio mangiare, giocare.... sto male anche quando mi danno da fare tanti compiti, perché non ho voglia di farli e rispondo male a tutti, perché in quella situazione non riesco a controllarmi...."

     

    "Io sto male quando devo andare in posti nuovi e incontrare persone che non conosco."

     

    "Io sto male quando vengo tradita dalla persona che amo."

     

    "Io sto male quando sto con gli amici che non mi garbano, che mi prendono in giro, che non accettano le persone per quello che sono. Quando mi tengono estranea dal resto del mondo, quando mi dicono "sei troppo piccola", quando non riesco a fare quello che voglio..."

     

    "Sto male quando qualcosa non va per il verso giusto, è negativa. Sono molto sensibile e anche per delle banalità, lo dico sinceramente, mi sento giù di morale ; a volte mi capita anche di piangere ma non so farmene una ragione. E’ un po’ strano ma è così."

     

    "Sto male quando mi criticano tutti perché magari non sono riuscita a fare una cosa che invece è riuscita benissimo a loro, e a quel punto dove gli amici ti dovrebbero aiutare, ti fanno sentire ancora peggio. Inoltre mi sento male anche quando litigo con i miei familiari su cose, come ad esempio l’organizzazione del mio lavoro..."

     

    "Io sono una persona molto tranquilla, rimango offesa solamente quando i miei genitori danno colpe inutili a me e meriti (inutili) a mia sorella."

     

    "Io sto male quando sono solo e non ho nessuno con cui confidarmi se ho un problema."

     

    "Io sto male quando qualcuno della famiglia è triste, quando litigo con qualcuno, mi rinchiudo in me stesso, ma basta un niente per farmi ritrovare l’allegria."

     

    "Io sto male quando, per un motivo o per un altro, passo intere giornate a casa annoiandomi a morte."

     

    "Io sto male quando mi sento solo."

     

    "Sto male quando è brutto tempo."

     

    "Sto male quando sono solo, quando qualcuno mi abbandona, quando devo fare qualche compito in classe, quando ho molti compiti e non riesco a farli..."

     

    "Sto male quando non ho fatto i compiti per scuola."

     

    "Sto male quando non vedo la persona che mi piace, dopo una delusione, quando mi vengono le mestruazioni."

     

     

     

    Se mi sento giù...come mi coccolo

     

    "Se mi sento giù accendo la tv e la guardo per molte ore fino a quando non sto meglio..."

     

    "La maggior parte delle volte mi sento giù se so che debbo fare tanti compiti e penso che non ce la farò mai a farli tutti. Se mi sento giù la prima cosa che faccio è buttarmi sul letto e accendere lo stereo a basso volume. Per me il letto è un posto dove mi rilasso e mi rinfresco la memoria e dopo sono pronto a ricominciare a studiare o a fare qualsiasi altra cosa."

     

    " Le mie reazioni di quando sto giù sono varie : mi richiudo in me stessa e comincio a pensare, oppure mi metto davanti allo specchio ed inizio a pettinarmi o, altre volte, mangio una fettina di pane con la Nutella."

     

    "...Quando mi sento giù mi metto a suonare il piano e riesco così a rilassarmi molto e a cancellare dalla mia mente ogni pensiero cattivo lasciando solo quelli belli e positivi."

     

    "Mi coccolo mangiando, parlando con mia madre, vedendo la tv, disegnando, immaginando..."

     

    "Se mi sento giù vado in camera, accendo la radio e qualche volta, qualche lacrima va giù, oppure parlo dei miei problemi come se avessi un "amico", guardo la tv, mangio di tutto, litigo con mio fratello, ma il modo migliore per sfogarmi rimane sempre quello di piangere."

     

    "Se mi sento giù mi coccolo sentendo la musica e mangiando biscotti a crepapelle."

     

    " Se mi sento giù ascolto delle canzoni che mi fanno ricordare i pochi momenti belli, piango molto e mi fumo una sigaretta."

     

    "Quando sto giù di morale prendo il mio caro barattolo di Nutella e così mangio tre - quattro fette di pane. E se mi sento su di morale mangio sempre, soltanto cose diverse come la pasta avanzata a pranzo, pane e salame..."

     

    "L’unica cosa che faccio quando mi sento giù è quella di ascoltare un po’ di musica perché essa mi aiuta a rialzarmi il mio cervello, che anche lui si sente giù, quindi se il mio cervello si sente giù dai ricordi brutti che ho passati, se non si riprende, il tempo non passerà mai."

     

    "Quando mi sento giù mi coccolo con dei giochi di società, giocando con il mio cane che mi fa sorridere e anche con una bella scorpacciata di cioccolata ."

     

    "Se mi sento giù vado in cameretta mia, metto tutto in disordine e poi riordino tutto oppure prendo un barattolo di Nutella e lo mangio tutto. Comunque a volte questo non serve abbastanza per coccolarmi."

     

    "Se mi sento giù sento musica rock e faccio una doccia."

     

    "Se mi sento giù mi coccolo o facendo una doccia o guardando la tv, o faccio un thé, gioco con il mio cane o mi faccio coccolare da mamma.."

     

    "Ascolto la musica, telefono agli amici o parlo con i miei genitori."

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Le figure importanti

     

    Ciascuno di noi ha i propri "eroi", cioè delle figure, reali o immaginarie, per cui prova interesse, ammirazione e che desidera imitare.

    Questi personaggi, e l’importanza che attribuiamo ad essi, dicono molto di noi, di come siamo e soprattutto di come vorremmo essere.

    1. Se fossi un personaggio letterario o storico, chi vorresti essere ? Cosa ti piace di questo personaggio ? In che cosa
    2. (dell’aspetto, del carattere o del comportamento) vorresti assomigliargli ?

    3. Se potessi essere un personaggio della televisione, del cinema, del mondo della musica o del mondo dello sport chi vorresti essere ? Che cosa ti piace di lui/lei ? In cosa vorresti assomigliargli/le o imitarlo/la ?
    4. Tra tutte le persone che conosci, a chi vorresti somigliare ? Spiega in che cosa vorresti somigliare a questa persona. Perché ? Ritieni che in futuro potresti riuscire a realizzare in te stesso alcuni aspetti che caratterizzano questa persona ? Se si, quali ?
    5. Infine, chi non vorresti mai essere ? Perché ?
    6. Ora prova ad immaginarti da adulto : descrivi te stesso e la tua vita come vorresti che fosse.

     

     

    Come ti vogliono gli altri

     

    Come tutti, anche tu sei cresciuto e continui a crescere con l’aiuto di altre persone : prima i genitori e i familiari, poi gli insegnanti, gli amici, ecc.

    E’ naturale perciò che tutte queste persone abbiano anche una notevole influenza sul tuo modo di essere e di pensare : Non solo, ma il più delle volte, esse condizionano i tuoi comportamenti : in modo diretto, cioè imponendoti di fare o non fare qualcosa, e anche in modo indiretto, cioè facendoti capire, in qualche modo, ciò che si spettano da te.

    Tutti, anche gli adulti, spesso si sentono in dovere di comportarsi in base alle aspettative degli altri.

     

    Scrivi una descrizione molto sintetica di te stesso, anche solo con qualche aggettivo di qualità, non come ti sembra di essere, ma COME TI VORREBBERO alcune persone vicine a te, e cioè

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    I DISTURBI ALIMENTARI NELL’ADOLESCENZA

    I disturbi della nutrizione, anoressia (volontaria riduzione dell’apporto alimentare), bulimia (bisogno incoercibile di mangiare), obesità (aumento del peso corporeo oltre il 20% del peso ideale), hanno assunto nella società odierna dimensioni preoccupanti.

    L’anoressia è caratterizzata da un’attenzione eccessiva, ossessiva, per il proprio peso, accompagnata spesso da distorsioni dell’immagine corporea : la persona con questo disturbo attua una forte riduzione dell’alimentazione e sostiene di essere grassa anche quando il deperimento del suo organismo è arrivata a gradi estremi. La malattia si manifesta con un rifiuto totale o parziale del cibo, vomito autoindotto, uso di lassativi e diuretici, attività fisica spasmodica anche in presenza di grave denutrizione, calo di peso superiore al 15%, assenza di mestruazioni per almeno tre cicli consecutivi .

    La bulimia è un rapporto alterato con il cibo che si manifesta in abbuffate compulsive soprattutto a base di dolci e carboidrati (da 1000 a 20.000 calorie ad attacco), eseguite di nascosto ed in solitudine e seguite da vomito autoindotto ed uso di lassativi. Il peso corporeo e le condizioni generali possono mantenersi buone, anche per molti anni. Spesso le due sindromi possono essere due facce dello stesso disturbo ed alternarsi nella stessa paziente. Le giovani anoressiche "assolute", che non presentano anche episodi bulimici, sono più rare ed i loro casi sono in genere i più gravi.

    Non di rado alla bulimia è associata una forte obesità, nei casi in cui gli attacchi bulimici non sono seguiti da comportamenti compensativi, come vomito ed uso di lassativi ; è evidente che l’introduzione di tante calorie comporta un notevole aumento di peso.

    Nella società attuale, in tutti i paesi industrializzati, si assiste contemporaneamente ad un aumento dei casi di obesità, non complicati da un disturbato rapporto col cibo. Questo tipo di obesità non rientra in questa trattazione, ma è da considerarsi una malattia causata dalla grande disponibilità di cibo nella nostra società, influenzata molto anche da nuove abitudini alimentari e da una riduzione dell’attività motoria

    Secondo statistiche recenti (National Association of Anorexia nervosa and Associated Disorders, Higland Park, Illinois), in NordAmerica vi sono 7 milioni di donne e un milione di uomini con disturbi alimentari, con un rapporto di 5 bulimiche contro un’anoressica. I dati più recenti riferiti al nostro paese, indicano che fra gli adolescenti italiani vi è un’anoressica ogni 200 ed una bulimica ogni 100 e che l’incremento maggiore di casi è avvenuto negli ultimi cinque anni. Tutti questi nuovi casi traggono origine da diete intraprese in modo incontrollato, seguendo i consigli dei periodici femminili, o di amici e conoscenti, senza mai aver interpellato un medico ; fondamentalmente si tratta di errori alimentari compiuti per ignoranza delle più elementari norme dietetiche.

    Chi intraprende una dieta segue una logica semplice : il corpo ha bisogno di meno cibo e di più esercizio fisico. Ci s'illude di poter digiunare pensando che l’unica conseguenza sarà il cambiamento di peso. Ma il digiuno condiziona ogni cosa : il corpo umano lavora in un modo complesso, in presenza di vitamine, minerali, tracce di minerali, enzimi, ormoni e migliaia di sostanze chimiche, di cui ancora non conosciamo completamente le sinergie. Il digiuno avrà conseguenze sul cervello, le ossa, il cuore, gli ormoni ( arresto delle mestruazioni, anemia, irregolarità cardiache, dolori al petto, bassa pressione, ulcera, osteoporosi, bassa quantità di potassio, diminuzione dei globuli bianchi e deficit immunitario). Un disturbo alimentare provoca forti squilibri chimici, carenze che possono causare confusione mentale, ansietà, depressione, dolore fisico, stanchezza cronica. Il vomito autoindotto provoca corrosione dello smalto dei denti, esofagiti e addirittura ulcere esofagee ed orali.

    Ma come inizia un disturbo alimentare e perché sono più vulnerabili proprio le giovani adolescenti ?

    Come può il riempirsi di cibo per poi vomitare, o digiunare fino a rischiare la vita, diventare una situazione di vita normale, e perché molte persone, soprattutto ragazze adolescenti, lo fanno ?

    Le cause che determinano l’anoressia e la bulimia sono di natura sociale, psicologica - interpersonale e biologica spesso associate. (fig.2 e 3)

    Ragioni sociali

    Oggi la maggior parte dei giovani ammira la magrezza. Le pressioni cui sono sottoposti per il raggiungimento di questo ideale, sono tremende ; come risposta ad esse molti entrano nella spirale dell’anoressia e della bulimia.

    Si può decidere di perdere peso per sentirsi accettati dagli amici a scuola, avere successo e riconoscersi in un gruppo. Nessuno in genere spiega agli adolescenti che hanno bisogno di una certa quantità di grasso per prepararsi in modo naturale alla pubertà. In particolare le rotondità naturali e le curve di una donna hanno una funzione pratica : il grasso aiuta gli ormoni sessuali a lavorare nel modo giusto. Poco prima della pubertà il corpo delle ragazze inizia a depositare naturalmente uno strato di grasso preparandosi alle mestruazioni. Al contrario la pubblicità delle riviste, televisione, cinema e video musicali, i discorsi delle altre donne, i commenti degli uomini, fanno loro capire che per una donna essere bella vuol dire essere magra. Anche i ragazzi ricevono pressioni. Pensano di dover essere alti e muscolosi per essere ammirati. Ma la maggior parte di loro è accettata anche se non è alta e forte, specialmente negli anni della scuola media, quando i corpi dei ragazzi non sono ancora tutti sviluppati. Anche i ragazzi sono bombardati dai media riguardo all’ideale femminile : imparano che le donne magre sono belle mentre quelle grasse sono brutte e pretendono che le loro ragazze siano snelle.

    Quello che è più grave è che la magrezza ha assunto inoltre il significato d'intelligenza e competenza. Grasso significa invece materno, non intelligente e non competente. I mass media ci dicono che le donne grasse e materne non hanno successo nel mondo degli affari, quelle magre e scattanti si.

    Le ragazze cercano di rispondere a queste aspettative. Tra gli adolescenti uno dei traguardi a breve termine è quello di essere popolare, in particolare con l’altro sesso. Se si ascolta un messaggio molte volte, si tende a crederci e l’adolescenza è un momento cruciale per lo sviluppo della propria immagine corporea. Così sembra logico cercare di essere magra ed intraprendere diete e restrizioni alimentari incontrollate. La dieta sembra essere l’unica cosa normale, responsabile da fare.

    Fino a qualche tempo fa era impossibile influenzare in poco tempo tutti quanti. Non c’erano radio e televisione, la maggior parte della gente non sapeva leggere. Le idee sulla moda si diffondevano solo da zona a zona. Ora con i media moderni, le notizie si muovono molto velocemente : intere popolazioni possono essere influenzate e persuase in breve tempo. Anche nei secoli passati c’erano gli ideali di donna, ma, proprio a causa della comunicazione lenta, ne esistevano diversi contemporaneamente. Le donne potevano essere piccole e magre o alte e grasse ed erano comunque belle. Nel XV secolo le donne erano considerate attraenti se erano magre ma con una pancia piuttosto evidente. Allo stesso tempo alcune donne erano ammirate perché erano rotonde, in altre parole grasse. Nel 1920 fu introdotto lo standard delle taglie. Fino ad allora le donne si facevano fare i vestiti su misura, perché andassero bene ad ognuna. Con la standardizzazione delle taglie e la produzione nelle fabbriche, l’industria della moda decise chi era normale. La figura della ragazza magra divenne popolare e le donne si misero a dieta per ottenerla. Tuttavia mai come negli anni ’80 e ’90 la definizione di "magro" è stata così rigida. Il fatto paradossale è che, accanto al diffondersi di questi ideali di magrezza e di atletismo, negli ultimi vent’anni si è assistito invece ad un progressivo incremento della statura e del peso medio nella popolazione giovanile, grazie ad una migliore alimentazione ; si è determinato così un forte divario tra l’aspetto fisico reale e quello ideale ed è frequentissimo essere insoddisfatti del proprio aspetto. Una volta che la società accetta che la magrezza è importante, e che le donne devono essere magre, le ragazze sono condizionate fin dall’infanzia ad ammirare la magrezza. La magrezza non è solo una misura, è un pregiudizio contro le persone obese, una delle forme di "razzismo" socialmente accettate. Si pretende che le donne mantengano sempre lo stesso modello ideale per tutta la vita. Avere la stessa taglia durante gli anni è irragionevole perché il corpo cambia con l’età e tutti ne sono consapevoli ; ciononostante, la maggior parte delle donne si mette a dieta senza che sia necessario, per aderire al modello socialmente accettabile, quando, con il passare degli anni e le gravidanze, il corpo cambia struttura e peso.

    Molta gente si arricchisce con le diete. Il cibo dietetico, come ad esempio le bevande, è diventato normale. Le persone non prestano attenzione al valore nutritivo bensì alla minor quantità di calorie nel loro cibo e così mangiano cibo "spazzatura", cibo "a basse calorie". Il mercato delle diete e dei relativi prodotti mira alla nostra paura di diventare dei palloni. Nella nostra cultura, il grande affare non è solo il cibo dietetico. Altre industrie usano lo stesso principio della magrezza per vendere merce. L’industria dei giocattoli per esempio, produce vestitini solo per bambini magri. I sedili degli aerei sono fatti per gente magra.

    Ragioni psicologiche

    Nonostante tutte le ragioni sociali fin qui illustrate non si deve credere che esse siano sufficienti per causare un disturbo alimentare. Esse incidono notevolmente sulla psicologia delle persone, e degli adolescenti in particolare, se la loro personalità è particolarmente fragile.

    La bulimia e l’anoressia, sebbene sembrino problemi legati al cibo e siano chiamati disturbi alimentari, non sono fondamentalmente problemi del cibo. Sono problemi legati alle emozioni e alla consapevolezza di sé. Le persone afflitte da queste malattie non comprendono i loro sentimenti. Spesso non riescono a distinguere un’emozione da un’altra. Non capiscono la differenza tra rabbia, paura o fame. Tutto diventa una questione di fame. La bulimia e l’anoressia sono modi di affrontare lo stress della vita Se queste persone cercano di controllare il loro modo di mangiare o non mangiare, non prestano attenzione ai loro sentimenti. E finché non faranno nulla per capire quest’area della loro vita che contiene le emozioni, continueranno ad avere problemi con il cibo.

    Spesso mangiare è la sola cosa che riescono a controllare nella loro vita e quindi s'impegnano disperatamente. Spesso i loro genitori cercano di controllare tutte le altre cose : il rendimento a scuola, i vestiti, gli amici, gli hobbies, la pettinatura e perfino i programmi televisivi. La sola area di controllo che rimane loro è il cibo. Il disturbo alimentare è il loro modo di farsi ascoltare.

    Molte di queste ragazze sono state sempre brave a scuola, felici, accettate nelle loro famiglie e socialmente introdotte. All’inizio della pubertà devono rispondere a più aspettative : da parte dei loro genitori, degli insegnanti, degli amici e di loro stesse. Queste aspettative sono spesso in conflitto: i loro genitori vogliono una cosa, i loro amici un’altra. Nella loro vita è difficile avere il controllo di tutto, essere se stesse e, allo stesso tempo, cercare di piacere agli altri. A quest'età inoltre cominciano a rendersi conto dei conflitti che possono esserci nelle loro famiglie : rabbia, frustrazione, gelosia, e non capiscono cosa causa questi sentimenti perché nessuno ha loro insegnato a parlare delle proprie emozioni, a capire cosa provano. E’ difficile imparare a gestire le proprie emozioni quando si vive in una famiglia o in una società che non sa, essa stessa, come gestirle o le ignora completamente.

    Una ragazza che entra nel periodo adolescenziale con l’insicurezza verso il mondo cui appartiene, che non accetta il suo corpo e la sua sessualità emergente e non è preparata a comprendere le proprie emozioni, è vulnerabile ai disturbi alimentari. E’ più facile che inizi a considerare il suo corpo come possibile fonte di autonomia, autocontrollo ed identità ; ciò la porta a considerare in modo scorretto la magrezza, considerandola un segno di valore e di originalità, mentre la perdita di peso e il digiuno diventano indicatori del suo autocontrollo. Associata a questa insicurezza interiore esiste, spesso, una costante ricerca dell’approvazione degli altri ed è proprio in questo senso che agiscono i modelli e gli stereotipi di bellezza della società attuale : l’ideale di un corpo snello incoraggia la dieta in ragazze insicure della propria identità e particolarmente preoccupate del giudizio degli altri.

    La famiglia facilita la nascita di un disturbo alimentare perché può contribuire alla sensazione di mancanza di controllo e di autonomia che, abbiamo visto, è alla base del disturbo alimentare. In particolare l’atteggiamento della madre può essere molto determinante.

    Una famiglia dominante gestisce tutto : non si tratta di cattivi genitori, anzi spesso sono teneri, affettuosi, si preoccupano sinceramente per il futuro delle loro figlie. Per loro desiderano sicurezza, successo e spesso l’ammirazione degli altri. Ciò che non fanno è di lasciare pianificare il futuro alle loro figlie. Sembrano ignorare il processo di apprendimento:   i figli devono sperimentare diverse cose, imparare dai propri errori e cercare di realizzare per conto proprio ciò che considerano importante. Le ragazze riconoscono il loro amore, ma percepiscono anche i limiti da loro imposti, il fatto che esigano piuttosto che accettarle e che esercitino un forte controllo.

    E’ difficile per queste ragazze accettarsi, se non si sentono accettate dalle loro famiglie perché i rapporti familiari sono importanti per tutta la vita.

    Le giovani anoressiche si difendono dalle proprie famiglie facendo le loro scelte con il cibo : controllano ciò che mangiano perché questa è l’unica cosa loro rimasta. Così facendo si rendono conto di avere in pugno la situazione e di esercitare indipendenza, potere e controllo su tutta la famiglia. Instaurano una pericolosa dipendenza da questo potere, tanto pericolosa che essa può a tutti gli effetti considerarsi una vera e propria dipendenza psicologica, come quella che si instaura nei confronti delle droghe o dell’alcool. Finché riescono a controllare la loro alimentazione, sentono di avere il controllo della loro vita e questo è un grosso rinforzo che conduce ad un circolo vizioso difficile da spezzare. ( fig. 3)

    Liberamente estratto da Marion Crook - Un corpo perfetto : gli adolescenti e i loro conflitti con il cibo.

     

     

     

     

     

    Fig.2 Rapporto tra fattori socioculturali, dieta ed altri fattori predisponenti nello sviluppo dell’anoressia nervosa

    Adattata da Garner 1993 e Delle Grave1996

     

     

     

    Fattori

    Socioculturali Pressione sociale verso

    la magrezza

    Insoddisfazione Dieta

    nei confronti del per aumentare il



    peso, delle forme proprio valore e Anoressia nervosa

    Fattori corporee e della propria l’autocontrollo

    sessualità

    Familiari

    autosvalutazione

    mancanza di autonomia

    Fattori desiderio di aderire alle

    Individuali aspettative degli altri

     

    Fig. 3 IL CIRCOLO VIZIOSO DELL’ANORESSIA

    FATTORI INDIVIDUALI FAMILIARI E SOCIALI

     

    DIETA

    MODIFICAZIONI

    PSICOLOGICHE PERDITA DI PESO - MALNUTRIZIONE

    e di ingrassare

    ( difesa cognitiva - rinforzo) MODIFICAZIONI FISIOLOGICHE

    DOVUTE AL DIGIUNO (difesa biologica)